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Mellìfluo

Aggettivo

Etimologia

Il termine Mellìfluo deriva dal latino mellìffluus, composto da mell, mellis = "miele" e flùere = "scorrere".

Significato
  1. Alla lettera Mellìfluo, vuol dire "che versa miele", "molto dolce", "mieloso": la soavità delle parole melliflue (Boccaccio). Per antonomasia San Bernardo è detto dottore mellifluo (Doctor mellifluus).
  2. In senso figurato Mellìfluo, più spesso, indica ciò che è affettatamente dolce, per insinuarsi, per ingannare, sdolcinato, simulato e insincero: le sussurrò in modo mellifluo una frase piena di complimenti.
Verbo

Mellifluire: spargere di miele. In senso figurato: addolcire.

Sostantivo

Mellifluità: qualità di chi, di ciò che è mellifluo.

Aggettivo

Mellifero: è di pianta, che fornisce nettare alle api. Anche di insetto, che produce miele.

Avverbio

Mellifluamente: in modo mellifluo.

Sinonimi

(Figurato) caramelloso, dolciastro, melato, melenso, sdolcinato, smielato.
Artefatto, artificioso, lezioso, manierato, ricercato, svenevole, lusingatore, untuoso, carezzevole.

Contrari

Aspro, rude, ruvido, sbrigativo, secco, schietto.

un'immagine a china del personaggio

Publio Terenzio Afro

Commediografo latino (190 a.C. - 159 a.C.)

Nullast tam facilis res quin difficilis siet quam invitus facias

Non vi è cosa tanto facile che non sia diffficile se la si fa controvoglia

Publio Terenzio: ritratto dal Codex Vaticanus 3868 Biblioteca Vaticana.

Publio Terenzio

Magis te quam oculos meos amo

Ti amo più dei miei occhi

un ricercatore sta operando su un grosso sistema elettronico

Jamming

Inglese - Pronuncia: giamin.

Etimologia

Il termine jamming deriva da (to) Jam che fa un gioco di parole tra l'assonanza di champ = "meccanismi che siinceppano" e lo stesso jam = "fare marmellata".

Significato
  1. In ambito militare e della intelligence lo jamming è il sabotaggio totale o parziale delle trasmissioni di una stazione radio, oppure della comunicazione radio su un canale, tipicamente trasmettendo sulla stessa frequenza e con la stessa modulazione del segnale che si vuole disturbare. Oppure, in qualche modo, deviandone il segnale.
    Per motivi di sicurezza può essere utilizzato per proteggere personalità importanti tramite annullamento dei segnali telefonici e di eventuali telecomandi. Nei paesi governati da regimi totalitari è utilizzato come forma di censura, per evitare che la popolazione riceva informazioni dall'estero. Durante un conflitto armato può essere considerato una tipologia di guerra elettronica, poiché attuato per disturbare le comunicazioni e i radar del nemico o per sabotare le loro armi.
  2. Nell'ambito del rilevamento della posizione globale satellitare, lo jamming è invece l'effetto di una funzione matematica, inserita volontariamente per motivi di sicurezza, in grado di determinare errori di posizionamento non quantificabili e controllabili se non nella breve distanza e con un secondo processore.
    Questo disturbo può essere anche di origine naturale, causato da ripetitori, linee elettriche ad alta tensione od antenne trasmittenti. A differenza del fenomeno del multipath fading non si tratta di un disturbo dovuto alla riflessione del segnale radio satellitare (che può essere causato da pareti rocciose, chiome di alberi eccetera) ma di una vera e propria sovrapposizione/deviazione (del segnale) di natura elettromagnetica del satellite.
  3. Il culture jamming, traducibile in italiano con "sabotaggio culturale" o "interferenza culturale", è una pratica che mira alla contestazione dell'invasività dei messaggi pubblicitari veicolati dai mass media nella costruzione dell'immaginario della mente umana.
  4. Lo jammer è l'apparecchiatura elettronica che ha la funzione di annullamento dei segnali telefonici e di eventuali telecomandi. Per motivi di sicurezza può essere utilizzata per proteggere personalità. Viene regolarmente utilizzato dal presidente Putin ed è in dotazione dei veicoli utilizzati dal presidente degli Stati Uniti.
  5. Nell'ambiente radioamatoriale o CB uno jammer è il disturbatore che mette la portante o disturba un canale o un ponte radio per il semplice gusto di farlo.

foto di un particolare di una escavatrice, il pistone principale con i suoi tubi id collegamento

Si dice [sistema idraulico] oppure [sistema oleodinamico]

Ovviamente stiamo parlando di quei sistemi che permettono i movimenti dei bracci meccanici. Lo strumento che permette il movimento si chiama attuatore.
Quando sono in gioco relativamente basse forze possono funzionare ad aria compressa, in questo caso si chiamano [sistemi pneumatici] hanno il contro di lavorare con meno energia ma il pro di essere più veloci e semplici.
Quando sono in gioco alte forze possono funzionare ad olio, in questo caso si chiamano [sistemi oleodinamici] hanno il pro di lavorare con molta energia ma il contro di essere più lenti e complicati.
Certo, oggi esistono anche sistemi misti o completamente elettrici (come i servosterzo delle auto moderne e i bracci dei nostri cancelli), questi hanno il pro di essere semplici, miniaturizzati e relativamente veloci, ma ne parleremo un'altra volta.

Veniamo però al dunque della domanda, quelli ad olio, si chiamano oleodinamici o idraulici?

Certo l'olio è un liquido e spesso le leggi che regolano questi sistemi sono sicuramente idrauliche, quindi non è completamente sbagliata la definizione [sistema idraulico] tuttavia può essere fuorviante. Il sistema idraulico in una auto è quello di raffreddamento, in tutte le case il sistema idraulico è quello che porta acqua in alcune stanze. Per i sistemi ad olio è sicuramente più corretto utilizzare la definizione oleodinamico.

maschera del carnevale di Venezia

Passato San Valentino è tempo di pensare al Carnevale. Se non conosci le date di Carnevale del 2019 sei nel posto giusto. Se vuoi conoscere tutto sulle date più importanti del Carnevale 2019 devi semplicemente continuare a leggere. 

maschera del carnevale di Venezia

Carnevale è la festa più amata dell’anno e, per i religiosi che rispettano la Quaresima, l’ultima occasione di fare “il pieno” di festa prima dei lunghi giorni di penitenza e digiuno. Dato che dipende dalla Pasqua, Carnevale non ha una data sempre precisa. Per sapere quando cade, basta prendere in considerazione la domenica di Pasqua (che cade sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile) e sottrarre sei settimane: le prime cinque sono di Quaresima, la sesta è dedicata al Carnevale.

La durata dei festeggiamenti varia un po’ a seconda delle tradizioni presente in tutta Italia. Nonostante questo, martedì grasso è sentito da tutti come la “giornata ufficiale del Carnevale“. Questo perché martedì grasso è l’ultimo giorno di festa e quindi l’ultima occasione per darsi alla pazza gioia. Secondo la tradizione cristiana, martedì grasso rappresentava la vigilia della Quaresima. Quindi si approfittava di questo giorno festoso per abbuffarsi a più non posso di cibi vietati nelle settimane successive portando all’estremo la tendenza iniziata con giovedì grasso. Oggi la ricorrenza ha perso gran parte della sua connotazione religiosa. Tuttavia rimane affermata la sua occasione di festa e divertimento soprattutto per i più piccoli.

A seconda della località, Carnevale può durare due settimane ed è un periodo in cui si balla, ci si maschera e si commettono azioni di licenziosità. Il carnevale è solitamente festeggiato da nazioni cattoliche del Sud Europa e dell’ America Latina.

La foto di un telefono che si spegne con il simbolo della batteria scarica

Nomofobia

Sostantivo

Etimologia

Il neologismo (2008) Nomofobia deriva dal corrispondente inglese nomophobia composto da no-mo(bile) = nel senso di "senza telefono cellulare" + suffisso greco-fobia (-ϕοβία) = "paura".

Significato

La Nomofobia è una sindrome che fa parte delle dipendenze da cellulare che si identifica attraverso la paura di rimanere disconnessi dalla rete di telefonia mobile. Il soggetto che presenta questa sindrome cerca il contatto continuo ed esasperato con l’apparecchio tecnologico (come lo smartphone), che gli consente di avere la sensazione di tenere sotto controllo la situazione costantemente. I motivi possono essere i più disparati, dal senso di sicurezza fornito dall’essere rintracciabili in ogni momento alle esigenze lavorative di chi deve essere reperibile praticamente 24 ore su 24.

Caratteristiche della nomofobia

Tra i rischi di chi soffre di nomofobia c’è quello di innescare un meccanismo di dipendenza patologica nella quale non si riesce più a fare a meno di una connessione internet e di un cellulare. La paura di essere disconnessi può portare ad esperire vissuti di ansia e depressione e anche la sola idea di essere senza smartphone genera malessere, irrequietezza ed aggressività.

Le caratteristiche psicologiche e comportamentali che distinguono la dipendenza, da una ponderata e controllata attività di utilizzo dello smartphone, possono essere:

  • L’uso regolare del telefono cellulare ed il trascorrere molto tempo su di esso;
  • l’avere sempre con sé uno o più dispositivi ed il caricabatterie, per evitare di restare senza batteria;
  • il mantenere sempre il credito;
  • l’esperire vissuti di ansia e nervosismo al solo pensiero di perdere il proprio portatile o quando il telefono cellulare non è disponibile o non utilizzabile;
  • il monitoraggio costante dello schermo del telefono, per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate, o della batteria, per controllare se il telefono è scarico;
  • il mantenere il telefono cellulare acceso sempre (24 ore al giorno);
  • l’andare a dormire con cellulare o tablet a letto;
  • l’uso dello smartphone in posti poco pertinenti.
Curiosità

Uno studio ha dimostrato che solo nel Regno Unito soffre di nomofobia più del 53% della popolazione dotata di cellulare, stranamente a seguito di questa rivelazione le app forniscono un servizio di trasporto automobilistico privato sono state aggiornate chiedendo l'autorizzazione all'accesso ai parametri del telefono (tra cui lo stato della batteria). In seguito alcune associazioni per la difesa dei consumatori hanno dichiarato che queste app raddoppiano i prezzi quando la batteria è in riserva.

descrizione sottoRitratto in china di Amerigo Vespucci.

Eponimo

Etimologia

Dal greco: epónymos, composto da epi = "sopra" + onoma = "nome". Che mette sopra il nome.

Significato
  1. Un eponimo in generale, è chi dà il proprio nome ad una scoperta, un prodotto o ad un movimento.
  2. Un eponimo nel mito, è un personaggio che dà il proprio nome ad un luogo o ad una stirpe.
  3. Un eponimo nell'antica Grecia e nell'antica Roma, era il magistrato che dava il proprio nome all'anno in cui era in carica.
Curiosità

Gli esempi classici di questa parola sono piuttosto ristretti: sono eponimi i grandi personaggi, divini o eroici. Pensiamo alla dea Atena che dà il nome ad Atene, al re Egeo che dà il nome al Mare Egeo, o alla gens Giulia romana, che aveva per mitico eponimo Iulo (il figlio di Enea). Inoltre, gli Arconti ad Atene e i Consoli a Roma erano magistrati eponimi nel senso che davano il nome al periodo in cui erano in carica: ad esempio, a Roma, per indicare il 345 avanti Cristo si sarebbe detto: l'anno in cui furono consoli Marco Fabio Dorsuo e Servio Sulpicio Camerino Rufo. Non sembra una computazione del tempo comodissima, ma così era.
L'uso di questo significato, col tempo si è però molto esteso: si parla di eponimia in tutte le migliaia di casi in cui qualcuno dà il proprio nome a qualcosa: scoperte geografiche, unità di misura, invenzioni, malattie, parti anatomiche, movimenti politici, scuole o circoli o stili artistici, periodi storici, religioni, e perfino nei casi di personaggi dalle caratteristiche proverbiali. Seguendo a ruota con esempi: Amerigo Vespucci eponimo d'America, Alessandro Volta per l'unità di misura della tensione il Volt, Rudolf Diesel per il noto motore o Louis Braille per il carattere di scrittura per non vedenti, e poi pensiamo al morbo di alzheimer, alle tube di falloppio, allo sciovinismo, al gabinetto vieusseux, ad una vicenda kafkiana, al manicheismo, ad un appetito pantagruelico. Infine a chi non "scappa" di chiamare jeep tutti i fuoristrada? Tutti eponimi.

Tito Livio

busto in marmo del persoaggio viso triangolare scavato in testa una kippah(59 avanti Cristo - 17 dopo Cristo)
Tito Livio, il cui cognome è sconosciuto, è stato uno storico romano, autore di un'opera monumentale sulla storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 avanti Cristo.

Versione latino

Frangar non flectar

Analisi del testo

Mi spezzerò ma non mi piegherò

Erroneamente è usata come motto gentilizio oppure anche per indicare un'integrità morale che non cede davanti a nessuna minaccia o pericolo. In realtà trasmette solo ottuso orgoglio. La frase non è documentata nella letteratura classica, ma il nesso flectere - frangere è invece presente variamente interpretato nella letteratura latina del periodo aureo: Tito Livio Historiae II, 23; Lucano, Pharsalia III, 554; Ovidio Ars II, 180; Seneca Thyestes 200 (flecti non potest, frangi potest).

È interessante il significato del nesso presentato nella sentenza di Publilio Siro nella lettera, 45

Ma il significato con cui è divulgata maggiormente è ispirato da un passo di Orazio:

Versione latino

Iustum et tenacem propositi virum non civium ardor prava iubentium, non voltus instantis tyranni mente quatit solida neque Auster, dux inquieti turbidus Hadriae, nec fulminantis magna manus Iovis: si fractus inlabatur orbis, inpavidum ferient ruinae

Analisi del testo

All'uom tenace nel suo buon proposito non muove il saldo cuor furia di popolo che iniquo imperversi o cipiglio di minaccioso dèspota, non l'Austro torbido del re del mobile Adriatico, non la gran destra del signor del fulmine se infranto precìpiti il mondo impavido ei starà nella ruina

Esalta la fermissima e incrollabile coerenza con i propri principi. Orazio con essa illustra l'ideale morale del popolo romano.

In Agostino invece si trova la locuzione di senso opposto: Flectar ne frangar.

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