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Domenica, 19 Agosto 2012 02:00

Amici Motociclisti

Scritto da  Guido Meda
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Amici motociclisti, appassionati delle strade, dei sentieri e anche delle corse, lasciatevelo dire: non basta. Nessun curriculum di chi non abbia corso ad altissimo livello sarà mai sufficiente a togliere noi (ci inseriamo anche noi che viviamo il paddock per più di 100 giorni l’anno) dal semplice ruolo di orecchianti. Il vostro/ nostro giudizio sulle questioni tecniche e sulle scelte intraprese da team e piloti per indirizzi di sviluppo e motomercato, per quanto ragionato sarà sempre troppo superficiale per essere pienamente credibile. Al punto che, proprio per questo, spesso ci criticate. Mi riferisco a ciò che sto leggendo nei vostri commenti sulla questione dell’ingaggio di Dovizioso da parte di Ducati e anche sull’abbandono di Rossi.

Avete sentenze così certe da far impallidire certi ingegneri che sui problemi ci si rompono la testa da anni. “Rossi ha dato indicazioni sbagliate… la Ducati non le ha capite, questo è un fermo, quell’altro un sopravvalutato”. E ancora : “Era meglio Iannone, era meglio Redding, era meglio Spies, era meglio Crutchlow”, “perchè lo stile di guida… perché il selvaggio… perchè un giovane…”
Fate presto, facciamo presto, ma quasi sempre non ci siamo.

Ficcatevelo in testa: la MotoGp non è la vostra moto, non è una moto che si porta a spasso tutti i giorni, non è uno scooter, non è una semplice supersportiva e non è nemmeno (purtroppo per lo show) una Superbike. Non è un oggetto che si capisce all’impronta, non é un oggetto trasformabile con le chiacchiere e con i ragionamenti al gusto cattiveria, magari fatti dal divano. Non è un oggetto che si porta al massimo delle possibilità solo guidando con il cuore oltre l’ostacolo. Magari, ma non è così. Non lo fu nemmeno per Stoner, il più istintivo di tutti, quando guidava la Honda prima di passare in Ducati né non lo fu più in assoluto nemmeno dopo quando con Ducati cominciò a faticare, prima di tornare inHonda.

E non ci si spiega come da un lato invochiate la sacrosanta riduzione dell’elettronica e dall’altro non consideriate che l’elettronica c’è, è abnorme, e che un pilota debuttante ha bisogno di almeno una stagione solo per capire come funziona.

Gli occhi matti di Crutchlow non corrispondono ad una guida pazza e scriteriata, quindi, se aveva senso prenderlo (sempre che non rientri nel giro Ducati con una terza moto ), era per l’esperienza e per l’apporto in termini di sensibilità, non certo per lo schifo per la vita che è solo presunto. Anche Crutchlow ha metodo insomma, ma in Ducati al momento hanno ritenuto che Dovizioso ne abbia di più in funzione dei risultati e dei loro programmi futuri.
Quanto ai giovani: pensare che in quattro test invernali possano capire una MotoGp fino a renderla vincente dalla prima gara sarebbe un torto per loro.

Meglio davvero un junior team – che la Ducati sta allestendo – che li aiuti a crescere, ben seguiti, senza il rischio di bruciarli con la pressione e le legittime pretese che si hanno nei confronti di un ufficiale, che a sua volta ha pretese nei confronti della casa. Ma non è semplice come immaginate, come dimostra la storia finita tra Rossi e la Ducati.

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