I primi studi ebbero inizio circa 100 anni fa e solo adesso si è giunti a questa conclusione. Alla fine, la scienza ce l'ha fatta: il punteggio del quoziente intellettivo delle donne è superiore a quello degli uomini. "La vita più complessa sfida il nostro cervello che si adatta ed aumenta le nostre capacità e quello delle donne è cresciuto più in fretta", ha spiegato al Sunday Times lo scienziato James Flynn, uno dei più grandi esperti di QI e colui che ha portato avanti lo studio.
Flynn ha reso noti i risultati della ricerca, affermando che sono una "conseguenza della modernità": "Stressate da famiglia e carriera, hanno sviluppato la capacità di pensare e fare più cose contemporaneamente", ha proseguito lo scienziato. Dunque, nessuna differenza di origine genetica, secondo Flynn: "In passato, le donne erano più svantaggiate", ha precisato lo psicologo neozalandese, spiegando che le donne restavano indietro per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo, a causa delle disuguaglianze sociali.
La ricerca portata avanti da James Flynn ha confermato anche i risultati di un altro studio: la ricerca di una decina di anni fa, di un gruppo di ricercatori inglesi. Questo studio aveva messo in evidenza come, nonostante il cervello maschile abbia dimensioni più grandi rispetto a quello femminile, le donne possiedano una più alta percentuale di materia grigia. Questo significa che le donne hanno una maggiore "bravura" nell'individuare un eventuale problema e nel trovare la soluzione per risolverlo. "We can do it!", proprio come diceva la citazione sul famoso poster di J. Howard Miller del 1943, da sempre associato a Rosie the Riveter, icona del femminismo e del potere economico delle donne in quegli anni.