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#DettiLatini: conosci il significato di [Post gloriam invidiam sequi]?

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Lucrezio Caro

busto in marmo del persoaggio capelli ricci viso tondo barba ricciaTito Lucrezio Caro (in latino Titus Lucretius Carus) è stato un poeta e filosofo romano, seguace dell'epicureismo.
(94 avanti Cristo – 50 avanti Cristo)

Versione latino

Post gloriam invidiam sequi

Analsi del testo

L'invidia viene immediatamente dopo la gloria

Il termine invidia, dal latino in (avversativo) + videre = "guardare male", quindi "gettare il malocchio", si riferisce a uno stato d'animo o sentimento per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro si prova dispiacere. Questo detto latino ci ricorda che subito dopo la gloria ce lo si deve aspettare dagli altri.
Tutti la provano ma quasi nessuno la confessa, infatti si può ammettere di farsi prendere dall’ira, di crogiolarsi nella pigrizia o di soffrire per gelosia, ma di essere rosi dall’invidia no. È l’emozione negativa più rifiutata perché ha in sé due elementi disonorevoli: l’ammissione di essere inferiore e il tentativo di danneggiare l’altro (anche fisicamente) senza gareggiare a viso aperto ma in modo subdolo, considerato meschino. La scienza moderna però ci ricorda un altro detto "poco è bene, il troppo storpia". L’invidia è come la paura, che è sgradevole ma ci prepara a reagire a un pericolo. È un campanello d’allarme: ci avverte velocemente che siamo perdenti nel confronto sociale, è il meccanismo psicologico che avverte che qualcun altro ha guadagnato un vantaggio e che dà la spinta per ottenere lo stesso. Sta a noi reagire positivamente, per esempio con l'emulazione.

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