NiceDie.it

Affronta la tua giornata con una sana risata
Sabato, 15 Aprile 2017 02:00

#Aforismi: tante risate con le più belle frasi #umoristiche di #Totò

Scritto da 
Vota questo articolo
(1 Voto)

un fotogramma di un film, Totò mangia spaghetti con le mani

Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (brevemente Antonio de Curtis)(in arte Totò)

(Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967)
Totò è stato un attore italiano. È considerato il simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata». Anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, inoltre, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.

Le più famose Battute di Totò

Di seguito la raccolta completa delle più belle frasi e battute di Totò, divise per film.

Fermo con le mani, 1937
  • Parli come badi, sa?!
  • Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto?
  • “Eppure la vostra faccia non è nuova per me”. Totò: “Neanche a me, ce l’ho da che son nato”.
  • Non mi sono insediato: qui non ci sono sedie.
  • Il funzionario civico municipale è un aggettivo qualificativo di genere funzionatorio.
San Giovanni decollato, 1940
  • Che cosa ho chiesto a San Giovanni? Un terno? una quaterna? una cinquina? Niente di tutto questo, ma una sciocchezzuola, una bazzecola, una quisquilia, una pinzellacchera: far cadere la lingua a mia moglie.
  • Perciò, mio carissimo signor ciabatttino, queste scarpe sono da fiera. Sei e cinquanta. E se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il farmacista , che è meglio. Rimembris omnibus, cioè ricordati uomo, che calzolaio si nasce, non si diventa.
  • Non so leggere, ma intuisco.
Due cuori fra le belve – Totò nella fossa dei leoni, 1943
  • L’uomo discende dalla scimmia. Io no perché sono raccomandato.
Il ratto delle sabine, 1945
  • ‘Giulietto e Romera’, il capolavoro di Scic e Spirre.
  • Aristofane è morto? E quando è successo? Duemila anni fa? Dio, come passa il tempo.
  • Siamo nel settecento avanti Cristo? Perbacco! In pieno Rinascimento.
  • Voi siete un attore e io vi ammiro, come uomo e come cane, ma voi non potete essere stato una spalla, voi non avete mai fatto nemmeno il ginocchio.
  • Anche se è civile, la morte sempre morte è.
I due orfanelli, 1947
  • Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
  • Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra.
  • In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.
  • “Mi sembrate annoiato. Ma come, non è bello essere duca?”. “Sì, ma... sapete com’è: è una carriera senza avvenire”
Fifa e arena, 1948
  • A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?
  • Io non rubo, integro. D’altra parte in Italia chi è che non integra?
  • Sono ghiotto di ossobuchi, ma mangio solo il buco perché l’osso non lo digerisco.
  • “Vola spesso lei?” Passeggero aereo: “Ah, sì!” “Ma allora è un volatile! Io sono un mammifero”.
  • Ottimista, pessimista, esistenzialista... Veramente io sono farmacista.
  • Sono fra’ Pasquale da Casoria, oriundo; ora mi sono trasferito a Monza. Sono parte napoletano, parte di
  • Casoria, in casa eravamo bilingue.
Totò al Giro d’Italia, 1948
  • Si dice che l’appetito vien mangiando, ma l’appetito viene a star digiuni.
  • Vi ringrazio amici di essere intervenuti a questa mia vittoriosa sconfitta.
  • Per i campioni sportivi, niente fumo, niente vino e niente donne. Ma allora che vincono a fare?
Totò cerca casa, 1949
  • Lei vuole sposare mia figlia? No, non se ne fa niente: a me i generi non interessano, a meno che non siano alimentari.
  • La vedova è la moglie di un cadavere.
  • Signora, ma come, lei si spoglia così davanti a un uomo maschile?
  • Futurista? impressionista? realista? Veramente io sono socialdemocratico monarchico napoletano.
  • Avete fatto caso che l’ultima domenica di Carnevale i cimiteri sono un mortorio?
  • Il morto, prima di tutto, era vecchio, aveva duecento anni e a duecento anni si muore.
  • Un posto da guardiano del cimitero non si rifiuta: a cimitero donato non si guarda in bocca. E poi in casa c’è un silenzio di tomba.
Totò Le Mokò, 1949
  • Io sono integro e puro, sia di corpo che di spirito: non ho commesso peccati né di carne né di pesce.
  • Ma lo vuol capire? Lei è un cretino! Si specchi, si convinca!
  • Mi stanno per arrestare, è una questione di secondi, anzi di secondini.
L’imperatore di Capri, 1949
  • C’era un attore che aveva 100 paia di scarpe: tante gliene avevano tirate.
  • Secondo alcuni, la donna si conquista con uno scudiscio in mano e una rosa nell’altra. Ma io, con le mani impicciate, come faccio?
  • Elena di Troia... Troia... Troia: questo nome non mi è nuovo.
  • Oggi per fare colpo bisogna essere eccentrici e futili. Bisogna futilizzarsi.
Totò cerca moglie, 1950
  • Signora, sono a sua completa disposizione, corpo, anima e frattaglie.
  • Vorrei una moglie, possibilmente di prima mano.
  • “Io non capisco che razza di arte è la tua: astrattista, futurista, esistenzialista?” Totò: “La mia arte è assenteista, cioè vale a dire: nelle mie opere manca sempre qualche cosa...”
  • Sono un tipo virtualmente virtuale.
  • Il matrimonio non m’interessa, voglio restare nubile. Lo so, si dice celibe; ma tanto, nubile o celibe, sempre scapolo è.
  • L’aria condizionata è un prodotto della civiltà, ma io mica mi posso prendere una polmonite civile.
47 morto che parla, 1950
  • Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis
  • E io pago... e io pago!
Totò sceicco, 1950
  • È vero, ho rubato per venticinque anni, ma l’ho fatto per alleviare le sofferenze di un orfano, povero, senza casa, senza madre, né padre: io.
  • Ho cercato di fermarlo con la forza, c’è stato un vero colluttorio.
  • Marchese: “Coraggio Antonio, moriamo da forti”. “Signor marchese, io preferirei vivere da debole”.
  • Morire, morire, che noia! Tutto il giorno sotto terra, con le solite facce dei vermiciattoli. È vero, ci sono i fuochi fatui, ma solo la domenica. Per il resto della settimana si sta chiusi in cassa: una vita da morti.
  • Guardaroba? Guarda che roba!!
Figaro qua, Figaro là, 1950
  • Il coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega.
Totòtarzan, 1950
  • Sono un uomo della foresta, un forestiero.
  • Terra ai contadini, ferrovie ai ferrovieri, cimiteri ai morti.
  • Questa è la civiltà : hai tutto quello che vuoi quando non ti serve.
Le sei mogli di Barbablù, 1950
  • “Ma allora tu sei partenopeo!”. Totò: “Parte nopèo e parte napoletano”.
  • “Io sono Ladizlao Tzigeti!” Totò: “Tzigeti! Più che un cognome mi sembra un raffreddore!”
Guardie e ladri, 1951
  • “Ma come, lei è cosi grosso e non commendatore?” “Ma perché, i commendatori vanno a peso?”
Totò terzo uomo, 1951
  • Si dice che l’occasione fa l’uomo ladro, ma anche per la donna non ci metterei la mano sul fuoco.
  • Vorrei un caffè corretto con un po’ do cognac, più cognac che caffè... anzi, giacché si trova, mi porti solo una tazza di cognac e non se ne parla più.
  • Non bevi, non fumi, non vai con le donne; lo vuoi un consiglio? Sparati?
  • “Il carcere costruito così mi sembra troppo comodo!” Totò: “E comodo deve essere se volete attirare i clienti!”
Totò a colori, 1952
  • Sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo.
  • Lei non sa chi sono io.
  • La serva serve, soprattutto se è bona, serve eccome!
  • Ogni limite ha una pazienza.
  • Le spie, a volte, per non fare scoprire i loro segreti, mangiano le carte: sono cartivore.
Dov’è la libertà?, 1952
  • In galera l’aria, quando riesce a passare, è ottima.

Letto 13922 volte Ultima modifica il Sabato, 15 Aprile 2017 11:52
Devi effettuare il login per inviare commenti

Web Traffic (solo Italia)

Per il momento Oggi163
Ieri349
Settimana Scorsa2240
Mese Scorso11931
Da Gennaio 2015 (2.0)3051367

Google-PageRank Checker
Powered by CoalaWeb

Log in/Log out